Les jeunes de la méditerranée ont la parole! ...I Giovani mediterranei parlano!

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Afkarnet vous propose dans ce qui suit les diverses impressions des jeunes participants tunisiens et italiens aux RENC EUROMED'2016 qui se sont tenues à Nabeul du 06 au 12 mai 2016. Ils donnent leurs avis sur le déroulement de leur séjour et diffusent des informations sur la vie quotidienne des tunisiens et font des commentaires sur les lieux visités...A lire attentivement!

Ce sont les textes de Mariem LAHWEG, Salvatore SIMIOLI,  Mattia ESPOSITO,  Alexia MASSOLI et Yorgos Spanodimitriou

 

Mariem Lahweg : Etant étudiante à l’institut supérieur des langues à Nabeul spécialisée dans la langue italienne, j’ai eu l’occasion de participer à cette rencontre euro-méditerranéenne pour découvrir de près la culture italienne et vivre une expérience réelle loin des livres et des documents.  

Jour après jour, on s’est retrouvé dans un cadre plutôt amicale et familiale, la communication s’est améliorée, les esprits se croisent et l’échange s’effectue.

Il est vrai qu’une mer nous sépare mais d’après cette expérience j’ai constaté que la culture nous rapproche.

Durant cette semaine, j’ai redécouvert mon pays avec les jeunes italiens une autre fois avec un nouvel esprit et une nouvelle vision, le faite de partager mes connaissances avec leurs regard curieux, leurs questions et leurs admiration.

J’espère  que j’aurais l’occasion de revivre cette expérience une autre fois soit ici soit en Italie pour pénétrer réellement dans leur monde qui m’intéresse tellement.

 

L"articolo in Italiano

Visto che sono una studentessa presso l’istituto superiore delle lingue applicate a Nabeul e che sto studiando la lingua italiana, ho avuto l’opportunità di praticipare a questo incontro euro-mediteraneo per scoprire da vicino la cultura italiana e vivere da vicino un’esperienza reale lontana dei libri e documenti.

Giorno dopo giorno, ci siamo trovato in un ambito piuttosto amichevole e familiare, la communicazione migliorata, gli spiriti si incorciano e lo scambio si effettua.

E vero che solo il mare che ci separa ma secondo questa esperienza ho constato che la cultura ci avvicina.

Durante questa settimana, ho riscoperto con i giovani italianisti da nuovo il mio paese, con un nuovo visione, ho condiviso le mie conoscense con loro sguardo curioso, loro domande e loro ammirazione.

Spero che avrò la possibilità di rivivere questa esperienza un’altra volta sia qui o in Italia per impegnarmi realmente nel loro mondo che mi interessa molto.

 

 

Salvatore Simioli :" L’importanza del Mediterraneo nell’ era delle frontiere"

Parlare di Mediterraneo oggi significa entrare nel merito di un discorso messo in piedi moltissimo tempo fa. Il mare più conteso di sempre è stato culla di culture differenti, entrate più volte in conflitto nel corso della storia per la supremazia commerciale in queste acque. Oggi, ciò che venne chiamato “il mare tra le terre”  ha perso l’ immagine originaria di un crocevia. Sulle due rive del bacino marittimo si delineano paesaggi molto differenti per quanto riguarda prospettive economiche e di vita, e chi ne compie la traversata lo vede come una frontiera.

 Se è vero che le frontiere dovrebbero idealmente definire un‘identità, un campo di esistenza di un determinato popolo, è anche vero che viaggiare nell’ area del Magreb può lasciare attoniti se non si ha un’idea esatta di cosa si troverà. Visitare Cartagine oggi, visitare la Tunisia, significa prendere consapevolezza di una comunione millenaria che non si è mai estinta tra i popoli del Mediterraneo. Le rovine romane del parco archeologico si confrontano da lì a pochi metri di distanza con la nuova cittadella sorta ai piedi della collina. Nel porto punico si respira la stessa aria satura di salsedine che hanno respirato i numerosi popoli che si sono succeduti in quelle terre. Allontanandosi dai luoghi della storia, ciò che colpisce è come le cose che accomunano i popoli delle due rive non si riducano alla nostra memoria: se ne percepisce la continuità nel linguaggio, il quale non sembra rappresentare una barriera consistente. I residui degli imperialismi e delle colonizzazioni, ma anche il fenomeno del turismo esotico sopraggiunto alla fine dell’ ultimo secolo, hanno gettato le basi affinchè le lingue più conosciute nei paesi europei venissero apprese e praticate quotidianamente in molti dei paesi dell’ area Magrebina. Senza tener conto delll’apporto che la televisione, internet e i nuovi media hanno dato negli ultimi anni, di fatto creando la possibilità non solo di valicare queste soglie, ma anche di creare una nuova piattaforma comune che potesse permettere nuove, impensate possibilità di accesso ai costumi degli altri.

 Appare inevitabile allora l’ esigenza di riaprire una discussione sul concetto di ‘limite’ che è proprio delle frontiere che hanno avuto nella storia il compito di rappresentare un’identità, ma che  oggi sono piuttosto il prodotto di eventi che la frammentano.   Gli accordi di Schengen che dal 14 Giugno 1985 regolano la libertà di movimento tra i cittadini europei di fatto tendono a solidificare una realtà geopolitica controversa, quella di un Europa fondata sulla moneta.

Il sogno di un Europa dei popoli è un progetto che non può limitarsi al confine mediterraneo. Ripercorrendo la connessioni millenarie, gli scambi, le contaminazioni continue, è possibile immaginare questa Europa e ricostruire l’identità che le dinamiche monetarie hanno distrutto : quella di un Mediterraneo, culla della civilità mondiale. 

L'article en Français

Salvatore Simioli, étudiant de la Seconde Université de Naples : " L'importance de la Méditerranée à l'èpoque des frontières"

Parler de la Méditerranée aujourd'hui signifie examiner, au fond, un discours exprimé depuis très longtemps. La mer la plus convoitée a toujours été le berceau de différentes cultures, venues, à plusieurs reprises, en conflit au fil de l'histoire pour avoir la suprématie commerciale de ces eaux.  Aujourd'hui, ce qui a été appelé "la mer entre les terres" a perdu l‘image originale d'un carrefour. Sur les deux rives du bassin maritime sont exposés des paysages très différents en ce qui concerne les perspectives économiques et de la vie, celui qui fait la traversée la remarque comme une frontière.

 S'il est vrai que les frontières devraient idéalement définir une identité, un champ d'existence d'un peuple particulier. Il est également vrai que les voyages dans le Maghreb peut laisser au visiteur l-impression d'étonnement si vous n'avez pas une idée exacte de ce que vous trouverez là. Explorer Carthage aujourd'hui, visiter la Tunisie, cela signifie la prise de conscience d'une communion millénaire qui n'a jamais disparu parmi les peuples de la Méditerranée. Les ruines romaines du parc archéologique sont comparés à partir de là à quelques mètres avec la nouvelle ville né au pied de la colline. Dans le port punique on respire le même air saturé de sel qui a été respiré par les nombreux peuples qui habitent dans ces pays. En s’éloignant des lieux de l'histoire, ce qui est frappant est comment les choses qui unissent les peuples des deux rives ne sont pas réduites à notre mémoire. On en perçoit la continuité dans la langue, qui ne semble pas constituer un obstacle important. Les résidus de l'impérialisme et de la colonisation, mais aussi le phénomène du tourisme exotique est venu à la fin du siècle dernier; ils ont jeté les bases pour que les langues les plus connues dans les pays européens ont été appris et pratiqué quotidiennement dans la plupart des pays de la zone Maghrébine. Sans tenir compte de la contribution que la télévision, l'Internet et les nouveaux médias ont donné ces dernières années, créant effectivement la possibilité non seulement de monter ces seuils mais aussi de créer une nouvelle plate-forme qui permettrait à de nouvelles possibilités d'accès aux costumes des autres.

Il semble inévitable, la nécessité de rouvrir un débat sur le concept de «limite» qui est la frontère, qui avait dans l'histoire la tâche de représenter l'identité, mais qui aujourd'hui est plutôt le produit d'événements que le fragment. Les accords de Schengen que depuis le 14 Juin 1985 qui règlent la liberté de mouvement des citoyens européens ont tendance à solidifier une réalité géopolitique controversée, celle d'une Europe fondée sur la monnaie.

Le rêve d'une Europe des peuples est un projet qui ne peut pas être limitée à la frontière méditerranéenne. En retraçant les relations anciennes, les échanges, la contamination continue, vous pouvez imaginer cette Europe et reconstruire l'identité que les dynamiques monétaires ont détruit: celle de la Méditerranée, berceau de la civilisation mondiale.

 

 Mattia ESPOSITO

Arte, natura, colori ed odori. Tutto si confonde e si moltiplica. Lingue e dialetti che si fondono per dar vita alla comunicazione e allo scambio di idee e di culture, nulla è più decifrabile, nulla è più riconoscibile.
E’ un tappeto composto da intrecci continui, nodi che si susseguono, sono fatti della stessa materia o forse no ma è un dato che non ha più alcuna importanza: è il risultato finale quello che conta.
E’ frutto della stessa cultura o è un nuovo risultato? forse lo scopriremo con il tempo:  non è forse questo il fattore fondamentale in ogni processo?
Scambio culturale e reciproca conoscenza, quella legata ad un patrimonio che portiamo con noi, che abbiamo la fortuna di aver ereditato, che ha origini profonde e che tuttavia ci dimostra che siamo più vicini di quanto potessimo immaginare.
A rappresentare tutto ciò c’è un muro, notoriamente conosciuto ed “etichettato” come elemento di divisione ma che invece si riscopre come fattore di ‘trait d’union’,un ponte che unisce le nostre culture superando il mare che ci divide e ci accomuna. È un muro formato da piastrelle, ceramiche a tratti differenti che però si affiancano e si compongono. Possono essere ceramiche di Vietri o di Nabeoul, ma che nel complesso creano un’unica texture in grado di attrarre e affascinare. Non abbiamo però ancora voglia di fermarci, la nostra curiosità ci porta ad indagare e a scavare per comprendere cosa possa celarsi dietro questo turbinio di colori. Ed è forse questo il passaggio ultimo per comprendere a pieno dove stiamo andando poiché, con enorme stupore, scopriremo che alle spalle delle diverse venature vi è un’unica tipologia di malta. È questa ad unire il tutto, la sua stessa composizione è frutto delle nostre unioni.
Ci sarà quindi possibile scorgere Pulcinella danzare sulle note di una melodia araba, oppure una tavola imbandita da pizza e cous cous o ancora parole che si delineano nel fumo di una el zazoua, prodotte durante una conversazione che è appena cominciata e non vuole però trovare una fine.
Si delinea un unico asso che può ricordarci “Spaccanapoli” ma che invece sfocia nella Medina di Tunisi, ponendoci dinnanzi ad una sola certezza: le nostre culture in questo vortice che ci ha unito non possono che arricchirci, investendoci con la loro incommensurabile bellezza.

L'article en Français

Art, nature, couleurs et odeurs. Tout est confus et se multiplie. Langues et dialectes qui fusionnent pour donner vie à la communication et l'échange d'idées et de cultures. rien de  plus déchiffrable, rien de plus reconnaissable. Il 'un tapis composé de encroissements continues, les noeuds qui sont suivies réalisés dans le même matériau ou peut-être pas, mais il est un fait qui n'a plus d'importance: C’est le résultat final qui compte. Est-il le fruit de la même culture ou est-il un nouveau résultat? peut-être que nous l’ allons à découvrir au fil du temps: n’est-il pas ça le facteur clé dans chaque processus?

Les échanges culturels et la compréhension mutuelle, celle liée à un héritage que nous portons avec nous, que nous sommes chanceux d'avoir hérité qui a des racines profondes, et pourtant, il nous montre que nous sommes plus proches que nous avons jamais imagine. À représenter tout ça il y a un mur, bien connu et «étiqueté» comme division, mais que au contraire, il retrouve comme facteur de trait d'union, un pont entre nos cultures au-delà de la mer qui nous divise et nous unit. Elle est formée par les tuiles, des céramiques parfois différents, mais qu’ils sont flanqués et composes ensemble.

Ils peuvent être en céramique de Vietri ou Nabeul, mais dans l'ensemble ils créent une texture unique qui va attirer et fasciner. Nous ne sommes pas, cependant, encore envie d'arrêter, notre curiosité nous amène à enquêter et à creuser pour comprendre ce qui pourrait être caché derrière ce tourbillon de couleurs et peut-être qu’est ça la dernière étape pour comprendre où nous allons puis que, avec étonnement  nous découvrirons que derrière les différentes finitions il y a un seul type de mortier. Est ceci a combiner tout, la composition même est le résultat de nos unions ou encore des mots qui sont décrits dans la fumée d'une el zazoua, produite au cours d'une conversation qui  est juste commencée et ne veut pas trouver une fin

Il sera alors possible de voir Pulcinella danser au rythme d'une mélodie arabe, ou une table préparée avec de pizza et couscous.

 Il présente un axe unique qui peut nous rappeler "Spaccanapoli", mais les résultats plutôt deviennent la Médina de Tunis, en plaçant nous devant une seule certitude: nos cultures dans ce tourbillon qui a uni nous ne pouvent  que enrichir, en investissant nous avec leur beauté incomparable.

 

Alexia MASSOLI

Il volo è andato bene, ci vuole davvero poco per andare da Napoli a Tunisi, meno di un’ora in aereo, e poi ci siamo fermati con il bus diretto a Nabeul per aspettare i ragazzi tunisini. Scarpe da ginnastica, jeans, t-shirt e zainetto, dopo cinque minuti già eravamo tutti buoni compagni, sono davvero simpatici. Ammetto che avevo un po' paura a partire perché non conoscevo nessuno è avevo letto che in questo momento la Tunisia era un posto pericoloso ma a dire il vero siamo usciti la sera, visitato le città e niente…a me sembra di stare a casa. A volte sono davvero troppi i pregiudizi che si creano perché i ristoranti sul lungomare di Cartagine non sono diversi da da quelli a Napoli dove si cucina pesce appena pescato qui davvero freschissimo.

Per le strade di Sidi Bou Said venditori ambulanti di pop corn, ciambelle e gelsomini profumatissimi rallegrano le strade, poi i negozietti di ceramiche coloratissime…cambiano le trame, ma i colori intensi ed equilibrati non possono non ricordarmi le ceramiche del nostro sud Italia. Crediamo davvero che pochi chilometri di mare possano rendere così differenti due popolazioni?  Secondo me no e lo dico perché davvero lo sto provando sulla mia pelle. Lasciate perdere i luoghi comuni e venite e a vedere i luoghi belli! L’Impero romano è caduto da un po' ma la cultura non può essere cancellata, semplicemente evolve.

È vero, è un paese musulmano, non è integralista e quindi ad esempio, così come da noi, ad Hammamet ci sono discoteche che suonano tecno e la birra è un po' diversa ma buona. Divertimenti a parte, non potevo non soffermarmi sull’architettura. Avete presente quei porticati con arcate e cupole moresche? I volumi bianchi e blu che si fondono con cielo, nuvole e mare? Se non fosse per le scritte in arabo sui cartelli stradali direi che ci troviamo in qualche cittadina di mare tra Napoli e Salerno. Davvero spettacolari! E poi le musiche…tutto il mondo conosce i la canzone partenopea ma, a parte la lingua, è sorprendente la somiglianza di questa con quella tradizionale tunisina.

Di certo si vede il contrasto tra la costante evoluzione della società locale mentre, per fattori ovviamente materiali, il paesaggio costruito impiega più tempo a modificarsi ed adeguarsi alle nuove esigenze, ma tempo al tempo, sono certa che in breve avremo una Tunisia completamente nuova e all’avanguardia. Non scandalizzato ci più di tanto guardando palazzi non finiti e intonaci rovinati perché dopotutto non cambia molto nelle periferie delle nostre città. Sono davvero meravigliata da tutte queste somiglianze. A proposito di somiglianze…le rovine di Cartagine sembrano un’insula pompeiana(purtroppo il resto è ancora coperto) e non dimentichiamo che Annibale scelse proprio la mia città, la mitica Capua, per i suoi famosi ozi.

Mi dispiace solo per i mosaici antichissimi al Museo del Bardo che vengono calpestati come una normale pavimentazione senza alcuna protezione. :’( Mi soffermo un pó su questo museo perché davvero merita l’attenzione. Oltre ai mosaici immensi sono conservati qui reperti davvero spettacolari: statue, argille, stucchi, triclini…a meraviglia! In settimana visiteremo le medine di Tunisi e Hammamet, non vedo l’ora! Intanto lavoriamo con i ragazzi tunisini per raggiungere l’obiettivo d viaggio ossia creare collegamenti tra le nostre città, Napoli e Tunisi, le nostre culture, ma in realtà si tratta solo di spolverare legami già esistenti. Che dire? Troppo felice di essere qui!

L'article en Français

Le vol est bien passé, il n’y a pas besoin de beaucoup de temps pour aller de Naples à Tunis, moins d'une heure en avion, puis nous sommes arrêté dans le bus qui devait nous amener directement vers Nabeul au fin d'attendre les jeunes Tunisiens. Chaussures sportifs, jeans, t-shirt et sac à dos, cinq minutes plus tard, nous étions tous les bons amis, ils  sont vraiment sympa.  J'avoue avoir eu un peu peur de partir vers Tunis parce que je ne connaissais personne et j'avais lu dans les journaux que la Tunisie était un endroit dangereux, mais pour être honnête, nous sommes allés à visiter la ville et rien ne s'est passé de désagréable… il me semblait d'être chez moi en Italie.

Parfois, ils sont trop les nombreux préjugés qui se sont créés parce que les restaurants sur le front de la mer de la ville de Carthage ou de la Goulette, ne sont pas différents de ceux de Naples, où le poisson du jour qui est cuit ici il est vraiment frais.

Dans les rues de Sidi Bou Said il y a des vendeurs de pop-corn, des beignets et du jasmin parfumé qui rendent les rues joyeuses; les magasins vendant des céramiques colorées ...  a différentes textures, mais les couleurs intenses et équilibré me font rappeler les céramiques du sud de l'Italie.  Est-il vrai que quelques kilomètres de mer nous séparent peuvent faire un seul peuple, deux peuples différents? Je ne pense pas et je dis comme ça parce que je suis vraiment en train de le sentir au fond de moi-même.

Oubliez les idées stéorotypes et venez voir vous-même les beaux endroits ici en Tunisie! L'Empire romain est tombé depuis longtemps, mais la culture ne peut pas être effacé d'un coup mais elle évolue.  Certes, c'est un pays musulman, il n'est pas fondamentaliste. Un exemple que j'ai pu constaté à Hammamet, comme c'est le cas chez nous à Naples. Il y a des discothèques qui diffusent la musique techno... Il y a aussi de la bière qui est un peu differente de la nôtre, mais toujour savoureuse. Au-delà des divertissements, je ne pouvais pas mettre l'accent que sur l'architecture. Vous savez, les portes avec des arcadess et des coupoles mauresques? Les formes blanches et bleues qui se mélangent avec le ciel, les nuages et la mer? S'il n'y avait pas l'écriture en arabe sur la signalisation routière on pourrait dire que nous sommes dans une ville balnéaire entre Naples et Salerne. Vraiment spectaculaire! Et puis la musique ...  le monde entier connaît la chanson napolitaine, mais au-delà de la langue, il est étonnant  la similitude de celle avec la musique traditionnelle  tunisienne. Certes, vous voyez le contraste entre l'évolution constante de la société locale et le paysage construit qui a besoin de longtemps pour changer et s’adapter aux nouvelles exigences, mais au fil du temps, je suis sûre que nous aurons bientôt une toute nouvelle Tunisie d’avant-garde. À  regarder  les bâtiments inachevés et endommagés, on  ne peut pas être choqué car, après tout, il n’y a pas de grandes différences dans les banlieues de nos villes. Je suis vraiment surpris par toutes ces similitudes. A propos de similitudes ... les ruines de Carthage semblent une insula pompéien (malheureusement le reste est encore couvert) et il ne faut pas oublier pas que Hannibal a choisi ma ville:Capoue mythique, pour sa célèbre oisiveté.  Je regrette seulement d'avoir pu constayé que les mosaïques antiques au Musée du Bardo sont piétinés comme un trottoir sans aucune protection.    : '( 

Je fais une "halte" sur ce musée, car il mérite vraiment beaucoup d'attention. Les énormes mosaïques qui sont conservées ici sont vraiment spectaculaires: il y a aussi les statues, des oeuvres en argiles, les stucs,les canapés ... une merveille!

Cette semaine, nous allons visiter les médinas de Tunis et de Hammamet, je ne peux pas attendre! Pendant ce temps, nous allons travailler avec les jeunes tunisiens pour atteindre l'objectif de ce voyage: créer des liens entre notre villes - Naples et Tunis, ainsi que nos deux cultures, mais en réalité c’est qu’ il faut tout simplement renouer avec les liens déjà existants.

Que puis-je dire? Trop heureuse d'être ici!

 

Yorgos Spanodimitriou, étudiant de la Seconde Université de Naples

“ Arrivo. Guardo i suoni, ascolto i colori. Della gente, delle macchine, del cibo. Il viaggio in aereo mi lascia spaesato, il varco dell'aeroporto mi rigetta con veemenza in un turbinio finalmente familiare. Le arterie d'asfalto che serpeggiano tra i colli mi riportano nelle Calabrie, dall'Apulia, su questo Tavoliere magrebino adornato di mille ulivi e vigneti. Intorno a me volti sconosciuti ma occhi che cercano e conoscono le mie stesse cose. Ai volti associo col tempo nomi, storie, esperienze. Con loro creo, studio e stringo legami. La libertà di fare ciò è qualcosa di meraviglioso. Far sì che veramente tutti possano farlo lo è ancora di più.”

L'article en Français

"J’arrive.  Je regarde les sons, J’écoute les couleurs. des gens, des véhicules, de la nourriture. Le trajet en avion me laisse perplexe. Le seuil de l'aéroport me rejette avec véhémence dans un mécanisme  finalement familier. Les routes goudronnées qui serpentent autour des collines me font penser d'être en Calabre, par l’Apulie, sur ce Tableau Maghrébins orné d'un millier d'oliviers et de vignes. Autour de moi des visages inconnus mais leurs yeux cherchent et savent les mêmes choses ue je connait.  J’associe au fil du temps aux visages les noms, les histories, les expériences. La liberté de le faire c’est quelque chose de merveilleux. SI tout le monde peut le faire... C'est encore plus merveilleux.”